
Si è parlato tanto di fortuna. “Non ho mai visto uno che vince che non ha fortuna“, ha detto Ancelotti. Letale anche nelle dichiarazioni. Intanto però il suo Real ha eliminato uno dopo l’altro il Psg, il Chelsea e il Manchester City.
La detentrice della coppa e due aspiranti vincitrici. Lo ha fatto sempre illudendo l’avversario di avere la partita in pugno, la qualificazione in tasca. Come se subire, apparire spacciati, fosse la condizione per poter riemergere e colpire all’improvviso. Cinici, al limite dello spietato, i Blancos sono arrivati così a una finale in cui tutti davano il Liverpool favorito e tutti credevano che alla fine avrebbe vinto il Real. In questo senso, l’ultimo atto della Champions League non ha tradito le attese: per la 14esima volta la coppa ha preso la direzione di Madrid.
Il Liverpool ha giocato meglio, ha avuto più occasioni, per lunghi tratti ha dominato. Ma è stato punito da Vinicius, in una delle rare sortite offensive, e dalle parate di Courtois, semplicemente un muro invalicabile per Salah e compagni. Il portiere belga è indiscutibilmente il ‘man of the match’ della partita.
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